A. C. Cambiano – una storia di calcio vissuto con il cuore

1911 – Siamo a Cambiano, gerbido di San Rocco, nei pressi della ferrovia. Si vedono dei giovanotti giocare a calcio. Hanno maglie granata con bordo bianco e pantaloncini bianchi. Animati da tanta voglia di vincere, sono i ragazzi della “Cambianese”: Anastasio Feyles, Antonio Lisa, Francesco Grosso, Giuseppe Menzio, Vincenzo Menzio, Michele Pavesio, Albina Saroglia, Felice Squassino, Giovanni Teia, Giovanni Vai e Chicin (di cui non sappiamo il cognome). La passione li porta a scendere in campo ogni domenica. Un campo tracciato con la segatura, dalle porte regolabili da montare la mattina e smontare la sera. Ci si arriva in bicicletta, indossando le maglie cucite da alcune mamme. Tutti con scarpe diverse, acquistate da ciascun giocatore a seconda delle proprie possibilità economiche.

Sono i tempi in cui il calcio veniva considerato il “più bel gioco del mondo”, i tempi in cui il calcio era “anche un’avventura”.

Novembre è il mese dei ricordi, e noi vogliamo così ricordare e rendere omaggio ai primi che hanno fatto la storia del calcio di Cambiano.

La Polisportiva Cambianese Ardita Juventus nasce dopo la prima guerra mondiale. Cambiano i colori delle divise, che diventano rosso-nero a strisce verticali. La sede è in via Compajre, il campo è sempre il gerbido. Campo che incomincia ad essere inadatto visto che, con il numero dei tifosi in crescita, si inizia a parlare di federazione e di tesserini.

Nel 1929-1930 Giuseppe Converso (detto Nuciò), Enzo Ghirardi e Giovanni Canalis riescono ad ottenere la concessione a tempo indeterminato del campo di via Bussolette. Inizia così la storia della A. C. Cambiano, con presidente Giuseppe Converso, un uomo capace che – spronato dalla sua profonda passione per il calcio – sapeva incoraggiare e portare alla vittoria i suoi ragazzi, con forza e tenacia, ma sempre da buon amico, perché il calcio è amicizia e rispetto.

Nuciò soleva ripetere: «Il calcio è una scuola di vita». Lo sport, come la vita, mette a confronto vittorie e sconfitte. Bisogna saper riconoscere di aver perso perché non si è dato il massimo, così come bisogna saper vincere con entusiasmo. Ma soprattutto con lealtà, altrimenti si perde comunque, indipendentemente dal risultato della partita.

Negli anni a venire in molti si sono alternati nella A.C. Cambiano, lasciando un segno, un ricordo che si lega ai successi ed alle sconfitte. Parlare di tutti non è possibile, anche se sarebbe interessante. Resta il piacere di ritrovare nelle nuove leve del Cambiano calcio la stessa passione, lo stesso spirito, di quei giovanotti che 104 anni fa ne hanno scritto la storia.

fonte: “”1932-1972 quarant’anni di calcio a Cambiano

Caterina Cortassa

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